Smemoriamoci tutti

Campagna informativa

“Smemoriamoci tutti : impariamo un nuovo lessico”

Come è nato questo slogan?
Leggendo una poesia di Carla Gandolfi, inserita nell’appendice di
“In viaggio con Luigi”,(ndr libro da noi presentato a Pordenone legge nel 2008), ci siamo resi e rese conto, come familiari, che il linguaggio e le modalità di relazione con il malato cambiano. In astratto è difficile spiegare come, ma nella realtà quotidiana e con i tempi che la malattia impone, cambia la relazione paziente-famiglia: diviene più intima, lucida e al contempo più emotiva.

Cambiano i riferimenti quotidiani, cambiano i punti di vista, cambiano le priorità  della vita. E’ necessario  un “reset della quotidianità”. Le giornate scorrono  con tempi diversi, opporsi a questo cambiamento è difficile e faticoso, accettarlo apre nuove prospettive e ridimensiona il peso della malattia.

Destrutturare e ricostruire da capo il proprio “lessico familiare “, fatto di emozioni, carezze, sguardi d’ intesa, nel nostro caso , è una strada difficile, sinuosa e piena di ostacoli che alla fine rende la vita di tutti noi più vera.

Note:

“Agli amici che non se la sono sentita”  da in “Viaggio con Luigi” : Bonati, Gandolfi, pag. 215

alcuni versi da:

“Agli amici che non se la sono sentita”

“Sono sicura che avete sempre Luigi nel cuore
che vi  imbarazza incontrarlo perché non sapete più come comunicare
con lui.
Peccato, peccato per voi
che non avete conosciuto gli altri modi per comunicare.
Luigi ve li avrebbe svelati  se aveste avuto occhi per vedere
orecchie per sentire, capacità di vivere il presente.
Avete scelto il dolore a distanza!
Capisco benissimo questa reazione e non la giudico
chissà quante volte anch’io non ho visto altre possibilità
ma ora che le ho viste mi sento così ricca
da non invidiare nessuno………………”